LA MEDIAZIONE FAMILIARE AI TEMPI DEL COVID-19
Il centro di mediazione e formazione alla mediazione inMEDIAsREs continua la sua attività sia on line attraverso skype, whatsapp video o zoom sia con colloqui di persona, nel rispetto delle normative in essere.
Non si potrà accedere in studio con febbre o altri sintomi influenzali (tosse, mal di gola, raffreddore...) o con fattori di rischio epidemiologico (convivenza, frequentazione o contatti con soggetti positivi). Gli appuntamenti di persona saranno distanziati e si richiede di rispettare scrupolosamente gli orari di appuntamento, in quanto non è consentito rimanere in sala d’attesa al fine di garantire a tutti la possibilità di mantenere il distanziamento sociale. Dopo ogni incontro gli ambienti verranno sanificati con disinfettanti a base alcolica.

I princìpi della mediazione familiare

I princìpi in mediazione familiare rappresentano un “cappotto invisibile” che avvolge ogni percorso al fine di rendere il setting un luogo ideale, in cui le coppie possano sentirsi pienamente accolte e libere di manifestare i propri pensieri e prendere decisioni, senza sentirsi giudicate o esposte.

Il mediatore, infatti, le guiderà verso una nuova ricomposizione della famiglia in cui saranno esse stesse a prendere, in modo CONSAPEVOLE e VOLONTARIO, le decisioni più idonee alla propria situazione.

La CONFIDENZIALITÀ renderà ciascun colloquio un “luogo sicuro” dove ogni persona potrà sentirsi libera di parlare e essere ascoltata, senza temere che quanto espresso venga riportato al di fuori della stanza di mediazione. Qualsiasi informazione verrà considerata “riservata” e “confidenziale”, e non dovrà essere resa nota senza il consenso scritto di tutte le parti coinvolte.

L’IMPARZIALITÀ farà in modo che ogni persona presente in mediazione possa sentirsi unica e allo stesso tempo uguale all’altra, creando un luogo neutro dove il mediatore sarà lì non per difendere una delle due parti ma aiutare entrambe a fare le scelte più giuste per ciascuno dei membri della famiglia.

L’INTEGRITÀ professionale, infine, permetterà che la condotta del mediatore non venga compromessa attraverso atti non conformi ad essa.


La rabbia porta sempre al conflitto?

La rabbia è uno stato emotivo universale che sopraggiunge in difesa quando ci si sente attaccati.
La rabbia PUÒ sfociare in comportamenti aggressivi, come urlare contro la persona con la quale si è arrabbiati, e tali comportamenti POSSONO portare a esiti negativi, come conflitti o violenze.
Tuttavia, la rabbia, se contestualizzata e situata nel qui e ora, non porta necessariamente due persone a confliggere.

Infatti, se viene gestita in modo positivo, può offrire l'occasione di una maggiore conoscenza personale e dell'altro. Perché ciò avvenga, è importante saper riconoscere da dove deriva e perché la si prova. Questo aiuterà a comprendere la rabbia e a conoscere meglio se stessi in modo da utilizzare tale emozione a proprio vantaggio per non provocare conflitti dannosi per se stessi e per gli altri."


In mediazione....i figli al centro

Uno dei focus della mediazione è quello di dare centralità ai figli e ai loro bisogni, all’interno di una famiglia conflittuale in procinto di separarsi.

In realtà, dovrebbe essere il focus di ogni famiglia, non solo di quelle conflittuali.

Quando si litiga si tende ad incolpare l’altro e spesso le coppie operano una sorta di triangolazione in cui i figli sono dei “cuscinetti” o degli “ambasciatori” tra i due litiganti, che cercano di mitigare il conflitto. Si tratta solitamente di un meccanismo inconscio.

La mediazione è importante perché riporta l’attenzione dei genitori sui figli e i loro bisogni, spostandoli dal conflitto e offrendo loro la possibilità di vedere opzioni alternative, non intrise di dolore. È un modo per “dare voce ai più piccoli”.

Ma come fare a non intromettere i figli nel conflitto?

-Anzitutto, non discutere e litigare davanti a loro;

-Non parlare male loro dell’altro genitore, denigrarlo, offenderlo;

-Favorire la frequentazione del figlio con l’altro genitore;

-Non usare il figlio come valvola di sfogo su cui riversare cosa non va.

Questi sono solo alcuni dei consigli e delle strategie che una coppia conflittuale può mettere in atto per salvaguardare il benessere dei figli.

Compito del mediatore, essendo neutrale, è di tenere insieme e ricordare i bisogni di tutte le parti; ecco perché andare in mediazione, quando si è conflittuali, può essere di aiuto!


CHE COSA E’ LA MEDIAZIONE FAMILIARE

È un percorso volontario di breve durata (8 -12 incontri) che comporta la presenza di entrambe le parti e di un terzo imparziale scelto dalle stesse: il mediatore familiare.

E’ un luogo di incontro, in cui i genitori possono parlare dei bisogni dei figli e dei propri in modo costruttivo. L’obiettivo finale della mediazione familiare è trovare soluzioni condivise e accordi genitoriali in vista o a seguito della separazione coniugale. Il mediatore familiare professionale aiuta i genitori a valutare la praticabilità delle reciproche proposte, con i possibili benefici o difficoltà per i figli e la famiglia tutta. 

Rivolgersi al mediatore familiare contribuisce a salvaguardare il diritto dei figli ad avere una relazione costruttiva con entrambi i genitori. La mediazione familiare si fa così veicolo per valorizzare la genitorialità condivisa, le relazioni tra genitori e figli, nel presente e nel futuro.

Presso il Centro inMEDIAsREs viene praticata la mediazione globale, che affianca gli aspetti emotivi a quelli più strettamente legali .

QUALI SONO LE PARTI COINVOLTE NELLA MEDIAZIONE FAMILIARE

La mediazione familiare si rivolge principalmente alle coppie in crisi in fase di separazione, divorzio o cessazione della convivenza quando emergono difficoltà a raggiungere accordi o a rispettare quelli stabiliti in precedenza.

E’ inoltre un ottimo strumento per risolvere i conflitti di qualunque natura che si manifestano all’interno di ogni nucleo familiare (patrimoniale, ereditaria, relazionale). 

CHI E’ IL MEDIATORE FAMILIARE inMEDIAsREs

I professionisti che operano all’interno del Centro sono altamente qualificati ed iscritti ad una delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, A.I.Me.F. (Associazione Italiana Mediatori Familiari) ed A.I.M.S. (Associazione Italiana Mediatori Sistemici).

È un facilitatore della comunicazione tra le parti, garante dell’equilibrio e della riservatezza. È una figura imparziale che utilizza strategie specifiche ed efficaci per gestire al meglio il conflitto. 

CHE COSA FA IL MEDIATORE FAMILIARE

Attraverso un percorso strutturato di 8 -12 incontri della durata di circa un’ora, accoglie e ascolta le persone ed il loro disagio, stimola le parti a comunicare in un clima di rispetto e ad individuare e tutelare i bisogni di ciascuno. Tiene conto del punto di vista di tutti e incoraggia le persone a trasformare il conflitto in qualcosa di costruttivo nell’interesse di entrambi e soprattutto degli eventuali figli. Si concentra sul presente e sul futuro che sono ancora da costruire.

Si occupa di tutti gli aspetti oggetto di discussione nei casi di separazione o divorzio: affidamento e manenimento dei figli, assegnazione della casa familiare, divisione dei beni comuni, eventuale contributo economico al coniuge debole.

CHE COSA NON FA IL MEDIATORE FAMILIARE

Non parteggia per nessuno; è tenuto al segreto professionale, il mediatore quindi non può e non deve riportare in sede giudiziaria quanto accaduto o quanto abbia conosciuto nel corso della mediazione; non giudica l’operato delle parti; non fa terapia di coppia ma aiuta le parti a risolvere i conflitti e a riorganizzare le loro relazioni.

PERCHE’ OPTARE PER LA MEDIAZIONE FAMILIARE, QUALI SONO I SUOI VANTAGGI

I vantaggi della mediazione familiare sono molteplici: risparmiare sui tempi e sui costi, anche emotivi, di un conflitto in Tribunale; raggiungere accordi durevoli, sostenibili e mutualmente accettabili; ricercare nuovi accordi che valorizzino l’autonomia decisionale delle parti coinvolte dal conflitto; migliorare la comunicazione tra le parti; favorire la continuità genitoriale e la responsabilizzazione delle funzioni genitoriali materne e paterne; sostenere la collaborazione tra le parti; prevenire gli effetti logoranti tipici delle separazioni conflittuali;mantenere l’attenzione sul benessere dei minori coinvolti; accogliere e comprendere i bisogni di genitori e figli.  

COME SI CONCLUDE LA MEDIAZIONE FAMILIARE

Normalmente si conclude con un accordo, che, ove necessario, le parti consegneranno al legale per essere trasfuso in un ricorso da depositare in Tribunale.

L'esperienza dei vari mediatori ha permesso di osservare che, anche quando non viene raggiunto un accordo, i benefici per le parti sono molteplici: abbassamento del conflitto, miglioramento della comunicazione e della reciproca accettazione, ...

CHE COSA NON E’ LA MEDIAZIONE FAMILIARE

Non è una consulenza legale in quanto l'avvocato lavora all’interno della disciplina legale, consigliando i clienti individualmente, acquisendo informazioni finanziarie ed utilizzando la terminologia legale, occupandosi dei problemi dei clienti in termini prevalentemente giuridico – patrimoniali. 
Non è una consulenza familiare o terapia familiare in quanto il terapeuta familiare ha come obiettivo la cura, coinvolge i figli, non ha legami con il processo legale, valuta i problemi profondi e le esperienze passate, come chiavi di lettura del presente.

QUANTO DURA LA MEDIAZIONE FAMILIARE

La mediazione familiare è un intervento limitato nel tempo. Il percorso si articola in 8 – 12 incontri della durata di circa 1 ora ciascuna. Tra un appuntamento e l’altro possono passa una o due settimane per consentire alle parti di riflettere sul percorso di cambiamento che si sta compiendo o per consentire di sperimentare l'efficacia de passi avanti compiuti.

QUALI SONO LE PRINCIPALI SITUAZIONI DI “NON MEDIABILITA’”

Le situazioni che pregiudicano la mediazione sono, tra le altre: violenza domestica o altri abusi, ammissione o accusa di abusi su minori, intimidazione, minacce, squilibrio di potere, malattie o infermità mentali, abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti.

IL MEDIATORE PUO’ IMPORRE O PRESCRIVERE QUALCOSA?

No! Il Mediatore non ha alcun potere di imporre una soluzione ai genitori i quali sono gli unici a decidere quali possono essere di volta in volta le scelte più opportune per sé e per i figli. Può certamente, in base alla propria esperienza ed all'osservazione di casi analoghi, fornire degli spunti di riflessione.